Il Gip di Agrigento smentisce la Procura: Carola Rackete libera

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Carola Rackete è libera, per il Gip di Agrigento infatti il reato di resistenza a nave da guerra (lo speronamento della motovedetta della Guardia di Finanza) non sussisterebbe perché la motovedetta non è nave da guerra (il cui requisito, fra gli altri, è il comando da parte di un ufficiale della Marina Militare). Non ci sarebbe inoltre secondo il Gip il reato di resistenza a pubblico ufficiale perché Carola avrebbe agito “nell’adempimento di un dovere” sostenendo il Gip che la scelta di Lampedusa fu scelta obbligata perché né la Tunisia, né la Libia sarebbero porti sicuri. Per questi motivi, il Gip Alessandra Vella, ha ritenuto non applicabile il decreto legge “Sicurezza bis” alle azioni di salvataggio perché “riferibile solo alle condotte degli scafisti”, smentendo la pubblica accusa rappresentata ieri direttamente dal Procuratore Luigi Patronaggio.

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Dura la reazione a caldo del ministro Salvini: “Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di Finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera. Dalla giustizia mi aspettavo pene severe per chi ha attentato alla vita di militari italiani, evidentemente sbagliavo. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perché pericolosa per la sicurezza nazionale“.

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Intanto il prefetto di Agrigento ha disposto un provvedimento di allontanamento per Carola Rackete che, prima di essere eseguito, dovrà comunque essere convalidato dall’Autorità Giudiziaria e potrebbe non essere eseguito comunque prima del 9 luglio, data in cui è fissata l’udienza in merito al fascicolo aperto per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

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